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mercoledì 19 febbraio 2014

Marina Bruccoleri presenta il progetto Alba


Sono ormai notizie di ogni settimana e non solamente nella cronaca nazionale, ma nelle pagine di cronaca locale, riguardano Bolzano - la città - ma anche la periferia…., le valli...., Ultima la notizia della “liberazione” (probabile) da un futuro di miseria e sopraffazione di due giovani donne appena diciottenni, oggetto di sfruttamento sessuale.
Lo sfruttamento sessuale di donne, soprattutto giovani, e soprattutto straniere, è un fenomeno che per difesa, il nostro sguardo e la nostra attenzione, volutamente distratta, tende a confinare in luoghi “altri”, lontano da noi, nelle città , grandi, medio - grandi. Ci vogliamo e ci siamo voluti illudere che “loro” fossero a Verona, magari anche a Trento ma non nell’Alto Adige “felix” , nelle idilliache cittadine e valli, e che questi fossero problemi che riguardano “altri” ed “altrove”, come la violenza, come la deprivazione dei minori, o che si trattasse di “eccezioni” , fuori dal corpo sociale della nostra comunità; Invece, ci riportano alla realtà, tutte quelle persone, operatori, professionisti , volontari
che a vario titolo si occupano del problema dello sfruttamento sessuale e della schiavitù cui sono ridotte molte donne, e talvolta, anche se più raramente, anche giovani uomini, È questo il motivo per cui nell’ultima seduta dell’anno 2013 la Commissione Pari Opportunità del Comune di Bressanone ha voluto chiudere il ciclo di incontri con le varie realtà che operano sul territorio provinciale, con la presenza ed il racconto della dott.ssa Marina Bruccoleri, che da anni lavora presso l’Associazione La Strada – Der Weg ed è attualmente responsabile del progetto “Alba”. La dott.ssa Bruccoleri ha illustrato il progetto “Alba”, che nasce nell’anno 2003, nell’ alveo delle attività dell’associazione La Strada – Der Weg allo scopo di aiutare le vittime di tratta e sfruttamento sessuale a sottrarsi a questa schiavitù e dare loro sostegno materiale e psicologico per il reinserimento e l'inclusione. Promosso, finanziato e coordinato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (Ufficio Famiglia, donna e gioventù - area inclusione sociale) il progetto coinvolge tre associazioni : Volontarius, La Strada - Der Weg e il Consorzio Consis. La cd. Legge Turco/Napolitano n. 286 del 2003 ha offerto, prima in Europa, ed offre ad oggi gli strumenti giuridici per operare in modo efficace su questo fenomeno, con la previsione di misure a tutela delle donne e dei minori, e, - come sottolineato dalla dot.ssa Bruccoleri - è stato questo lo strumento giuridico che unito alla forte sinergia che ha legato tutti gli operatori del territorio provinciale ha consentito il raggiungimento di molti obbiettivi.
Le tre le associazioni coinvolte si occupano dei vari “segmenti” del percorso di affrancazione in cui si può suddividere l’iter di una donna vittima di sfruttamento: dagli operatori che si occupano di prendere contatto diretto e personale, sulla strada, con le donne vittime, e che riescono a guadagnarne la fiducia, in modo da dare concretezza e forza ai loro propositi di “liberazione”, a quelli che le accompagnano materialmente e psicologicamente nel non facile percorso di ri-adattamento ad una quotidianità molto diversa dalla precedente e spesso inizialmente anche frustrante, e non ultimo chi si incarica di far acquisire alle donne una professionalità per creare loro opportunità lavorative e completare il percorso di “liberazione” , consapevolezza ed autonomia. Non ha taciuto la dott.ssa Bruccoleri come durante questo percorso continua debba essere l’attenzione alla sicurezza ed incolumità delle donne coinvolte ma anche degli operatori.
Le donne sotto protezione, sfuggite allo sfruttamento, hanno a disposizione alloggi protetti in cui vengono ospitate nel più assoluto anonimato per un periodo idoneo a consentire loro di affrontare il reinserimento ed il percorso di autonomia. L ‘associazione Alba, ha illustrato la dott. Bruccoleri - si occupa inoltre dell’assistenza di minori che necessitino, transitoriamente o permanentemente di allontanarsi dal nucleo familiare, ed a tale scopo offrono sostegno ed anche alloggio. La tematica della violenza e dello “sfruttamento” si incrocia infatti spesso con quella delle condizioni di giovani e giovanissimi.
A chiusura di questo quadro non bisogna mai dimenticare – ha sottolineato la dott.ssa Bruccoleri – forte della sua ormai decennale esperienza, che se questo fenomeno attecchisce e, come pare dai resoconto della cronaca, prolifera, è anche e soprattutto perché trova la complicità o anche solo l’acquiescenza di una mentalità che non condanna in modo chiaro e deciso tutte le forme di violenza, di qualsiasi genere esplicito o meno, fisica o psicologica e si potrebbe dire “morale”, non ultima la “mercificazione” e la “reificazione” del corpo femminile, cui in forme apparentemente innocue siamo stati tutti un po’ assuefatti negli ultimi decenni.

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