Quando una donna sola con figli o in stato di
gravidanza si trova a dover affrontare situazioni di grande criticità ,
materiale e psicologica: mancanza di
mezzi economici senza sostegno parentale
e senza alcuna altra rete di sostegno, la diagnosi di una malattia mentale, si
sente franare il terreno sotto i piedi e con lei anche i suoi figli. La Casa Rainegg a Bressanone/La Mara si occupa
di questi casi. Su invito, la Commissione per le Pari Opportunità
si è incontrata con la responsabile del progetto, Brunhilde
Pichler, che ha illustrato il progetto stesso, la sua evoluzione e le
opportunità di superare con esso le criticità
e di offrire aiuto nel contribuire con successo al reinserimento di
madri e figli in un progetto di vita . La Casa Rainegg, visitata il giorno 21 novembre, è attiva dal 1995 ed è
un’articolazione del Kinderdorf che sostiene il progetto. In questo edificio sono situate 10 unità
abitative, dove le donne ed i loro figli , con il sostegno e l’assistenza delle operatrici, possono superare le loro criticità , progettare e riprendere una vita autonoma,
tutto in un periodo di tempo che si
aggira mediamente intorno ad un anno ma dove la durata non è comunque tassativa
ma stabilita in relazione al singolo caso. Diversamente dalla Casa delle Donne che si
occupa soprattutto di casi in emergenza, qui si cerca di intervenire
esclusivamente sulla pianificazione per il
reinserimento delle donne e dei loro figli. Il progetto si occupa
dell’accoglienza esclusivamente di donne/madri e con figli, che se maschi, non
devono avere più di 12 anni. Il finanziamento del progetto deriva da
donazioni e contributi sociali.
Purtroppo ancora non esistono progetti simili
che offrano le stesse opportunità a donne sole con figli maschi di età maggiore
dei 12 anni o a padri soli con figli che si trovino a vivere le stesse
difficoltà.